Si dice nascondersi dietro un dito. Nel 2021 ci si nasconde dietro un filtro. Chi per gioco, chi per eliminare in modo veloce le piccole imperfezioni del viso, quando si fa una story di Instagram tutti modifichiamo il nostro aspetto con un filtro di Instagram.
Allora anche nella tanto proclamata era dell’inclusività e della diversità, tra un effetto e l’altro, si rischia di confermare standard e canoni di bellezza stereotipati. Da corpi trasformati con photoshop sui cartelloni pubblicitari, oggi si è passati a visi filtrati su Instagram.
Cambiano i luoghi, ma sembra che il bisogno di confermare la propria immagine secondo rigidi canoni estetici accettati dai più rimanga immutato. Standard di bellezza irreali e irraggiungibili vengono così confermati anche nel 2021. Quando per promuovere un prodotto autoabbronzante su Instagram viene utilizzato il filtro “Perfect Tan”. Quando le storie sponsorizzate raccontano gli effetti volumizzanti e allunganti di un mascara mentre le ciglia sono assurdamente allungate grazie a un filtro perfetto per l’occasione.
È in tutti questi casi che gli influencer o i brand beauty comunicano i loro prodotti sui social nascondendo gli effetti reali dietro un filtro.
In questi casi l’uso di un filtro fornisce un’impressione fuorviante rispetto alle reali prestazioni del prodotto in questione. Ecco che nel Regno Unito l’ASA, l’organizzazione di autoregolamentazione del settore pubblicitario in UK, ha intimato a brand e influencer a non mostrare più sui social comunicazioni relative a prodotti di bellezza unite all’applicazione di filtri che alterano il loro ‘aspetto fisico.
Un cambiamento può nascere da una campagna
Le persone possono davvero cambiare le cose e la conferma arriva dalla campagna #FilterDrop lanciata l’anno scorso dalla make-up artist e modella curvy Sasha Louise Pallari incoraggiando i marchi e gli influencer ad abbandonare i filtri, soprattutto quando promuovono un prodotto di bellezza.
“Sei mesi fa ho parlato con l’ASA del danno di questi filtri poiché sentivo che ci dovessero essere linee guida più rigide su come i prodotti e i cosmetici venivano pubblicizzati online”, ha spiegato Sasha sul suo profilo IG parlando della sua battaglia contro la realtà distorta.
E all’inizio del 2021 sembra che il suo impegno a favore di una comunicazione trasparente e sincera venga sostenuto anche dalle disposizioni dell’ASA, l’organizzazione di autoregolamentazione del settore pubblicitario del Regno Unito. Secondo l’ASA, dunque, da quest’anno non basta specificare il nome del filtro utilizzato, ma ne è sconsigliato anche l’uso mentre si pubblicizzano prodotti cosmetici nelle stories di Instagram.
Non si trattano di norme vere e proprie, ma di raccomandazioni che ci si augura si evolvano in direttive regolamentate in tutti i paesi.
In questo modo quando qualcuno promuove online un prodotto di bellezza, abbiamo maggiori possibilità di vedere la sua vera pelle, la vera forma del naso, le diverse dimensioni delle labbra e il vero colore del prodotto sponsorizzato. Le persone non si confronteranno più con uno standard irreale che non è ottenibile senza un filtro.