Si sente spesso il termine upcycled in relazione all’industria della moda. È da un po’, però, che anche nella cosmesi si sente parlare di fragranze upcycled. Che cosa sono? E che cosa significa upcycling?
L’upcycling è quella pratica che utilizza prodotti di scarto, che invece di essere buttati, diventano materiali per un nuovo prodotto, acquistando così valore. Una fragranza upcycled ha quindi al suo interno ingredienti che sono già stati utilizzati una volta o che sono stati scartati da un altro processo e che vengono riutilizzati, in virtù del fatto che il loro ciclo di vita non è ancora necessariamente finito. Allora perché non farlo continuare? Questo permette una riduzione della raccolta di nuovi materiali e di conseguenza delle coltivazioni, che si traduce in meno emissioni di CO2 e in generale in un minore impatto ambientale.
Diverse fragranze upcycled sono già sul mercato
Insieme alla crescente attenzione per l’ambiente da parte dei consumatori, sta crescendo anche il mercato di fragranze upcycled.
Etat Libre d’Orange è stato il primo a proporre un profumo di questo tipo: I Am Trash (dal nome e design un po’ irriverente), è a base di prodotti di scarto.
Ellis Brooklyn, un brand che all’interno del suo Salt Eau de Parfum utilizza diversi prodotti upcycled, conferma che a livello olfattivo il profumo rimane ottimo, nonostante l’utilizzo di prodotti di scartati, per esempio, baccelli avanzati di cardamomo.
Ma i brand ad avere maggior successo sotto questo punto di vista sono quelli di nicchia, come Atelier Perfumes, conosciuto proprio per i suoi prodotti sostenibili. Questa azienda, negli ultimi trent’anni, è andata alla ricerca di prodotti di scarto da piccoli fornitori, proprio per creare fragranze upcycled uniche nel loro genere. Una ricerca non semplice, come la fondatrice di questo brand, Mandy Aftel sottolinea. Ma un percorso facilitato dall’essere un piccolo brand e di non avere la necessità di enormi quantità di prodotto da proporre sul mercato.
Profumano anche se sono fragranze upcycled?
La risposta è sì! Anzi, la profumazione può anche risultare più complessa ed interessante dei prodotti usuali.
La fondatrice di St. Rose, azienda produttrice di Vigilante, era la prima ad essere preoccupata del risultato che la fragranza avrebbe potuto avere. Il timore principale era che una volta concluso il profumo, questo potesse non avere la profumazione e le caratteristiche desiderate, a causa di una formulazione troppo diluita.
Invece no, il risultato ottenuto è stato opposto ai timori. La qualità olfattiva del prodotto è risultata essere unica e addirittura più marcata.
Fragranze upcycled: svolta sostenibile dell’industria?
Potrebbe essere. Va detto che i lati bui di questa tendenza sono ancora tanti. Quando si parla di sostenibilità è necessario fare particolare attenzione a non scivolare nel greenwashing: un pratica di disinformazione, che anima grandemente le campagne comunicative odierne.
Sicuramente le fragranze upcycled continueranno a crescere all’interno dell’industria, anche a fronte di una domanda sempre maggiore di prodotti sostenibili; ciò non significa, però, che tali prodotti saranno immuni dal greenwashing.
Per essere chiari, non è sufficiente utilizzare un ingrediente upcycled all’interno di una formula, perché un profumo diventi sostenibile. Così come l’avere un profumo sostenibile nella propria linea di prodotti, non rende automaticamente il brand sostenibile. È certamente uno step verso una produzione più responsabile, ma il cammino non è così scontato, anche perché i clienti sono sempre più attenti e preparati.
Una pratica di greenwashing, se smascherata, può risultare più dannosa che utile, in termini di perdita di fiducia e credibilità.
D’altro canto l’industria sembra muoversi davvero verso un approccio più responsabile e innovativo.
Coty, infatti, che produce linee per Gucci, Chloé e Calvin Klein, ha dichiarato di voler introdurre, entro il 2023, l’utilizzo di alcool proveniente da siti industriali, comprese le acciaierie. L’idea sarebbe quella di utilizzare un bioreattore per raccoglie le emissioni che altrimenti verrebbero disperse nell’atmosfera.
Sembrerebbe a tutti gli effetti una grande innovazione, resta solo da vedere se l’industria delle fragranze sarà in grado di attuarla o meno.