In un mondo fatto di filtri leviganti, simulatori di medicina estetica e vari ed eventuali abusi del ritocco virtuale, si insinua prepotentemente un movimento rivoluzionario nato sul web e diventato virale in pochissimo tempo. Il suo punto di forza? Nel suo manifesto possono identificarsi davvero tutti, dai boomer alla Generazione Z, senza distinzione di sesso e provenienza, perché l’insicurezza, ahimè, non ha età, genere o colore. Skin Positivity, un’onda inarrestabile che sta travolgendo il mondo dei social, con l’obiettivo di abbattere tutti quelli che sono i preconcetti legati al mondo della bellezza, dall’acne, alla vitiligine e, perché no, anche ai peli superflui. Più che un movimento, si tratta ormai di una coesa e agguerrita community che vuole rivendicare la propria identità estetica, oltre che il diritto di potersi sentire perfetto nelle proprie imperfezioni. Accettazione? No, celebrazione!
La diversità non è più un’opzione per le aziende: Venus abbraccia la Skin Positivity
E mentre i canoni estetici tradizionali continuano, senza poche difficoltà, a sgretolarsi – e aggiungeremmo, finalmente! – dall’altre parte le aziende dell’industria del beauty, che della perfezione a tutti i costi ne hanno fatto il proprio manifesto e grido di battaglia, si son trovate costrette a rivedere il proprio approccio comunicativo, per abbracciare questo nuovo concetto di bellezza, e rispondere alle rivendicazioni di questi consumatori arrabbiati e stanchi di non sentirsi rappresentati nella loro autenticità.
Trasformazione, la parola giusta per descrivere i piccoli grandi cambiamenti compiuti negli ultimi anni dal colosso americano Gillette, in particolare per ciò che riguarda il brand Venus, leader nella produzione di prodotti per la rasatura femminile. Una piccola rivoluzione iniziata nel 2018 con la campagna “My Skin, My Way”, che invitava le donne a combattere gli stereotipi e vivere la propria pelle secondo le proprie regole, e che oggi continua a portare avanti con la campagna “Skinclusive”. Questa volta il brand di proprietà del gruppo Procter & Gamble parla la lingua della Generazione Z, ma anche dei Millennials; si tratta infatti del lancio di una serie di avatar, che loro preferiscono definire fashion line, pensati per rendere l’esperienza di gioco su Animal Crossing più realistica ed inclusiva. Ecco che la Skin Positivity sbarca nel mondo del gaming, luogo che rappresenta per antonomasia la fuga dalla realtà; un paradosso che ci da la vera misura della forza di questo movimento rivoluzionario.
Dalla spiaggia allo schermo della Nintendo Switch, una bellezza senza regole per tutti
In collaborazione con Nicole Cuddihy, aka @acnhfashion, sono 19 le “condizioni”della pelle disegnate, che si aggiungono ai 9 toni di pelle già disponibili nel gioco, tra lentiggini, cellulite, cicatrici, acne, vitiligine e, chiaramente, la peluria; quella parola tabù che quasi suona male alle nostre orecchie quando proviamo a pronunciarla.
“Non sembravamo un marchio in grado di rappresentare tutte le donne e che fosse veramente inclusivo “, ha affermato Anthony van Dijk, direttore senior del marchio per Venus. “Quando abbiamo cambiato tutto nel 2018, assicurarci di essere un marchio che rappresenta tutte le donne era di fondamentale importanza, non solo veicolando i concetti di diversità e inclusione, ma anche cercando di fare la differenza concretamente, e scegliendo con attenzione ciò di cui il brand vuole farsi portavoce!”
Ma com’è nata questa idea? La partnership con Animal Crossing è stata concepita nel periodo della chiusura causata dalla pandemia, quando il brand di prodotti per la rasatura ha compreso che mostrare palme e spiagge sarebbe stato inutile oltre che insensibile. Da qui la scelta di far leva su un’attività che in molti si ritrovavano e tuttora si ritrovano a svolgere in casa: giocare con i videogames.
Ecco che, in vacanza su spiagge virtuali, i personaggi di Animal Crossing per Nintendo Switch mostrano la diversity, molto più rispetto a ciò che il brand ha veicolato sui media dai tempi della fondazione, nel 2001, fino alla trasformazione del 2018.
Anthony van Dijk ha ancora dichiarato: “In un mondo in cui ci sono così tante regole esplicite e implicite su come le donne dovrebbero sentirsi e mostrare la propria pelle pelle, l’inclusività della pelle e la sua rappresentazione positiva sono concetti importanti. Lo scopo della nostra campagna My Skin My Way è quello di veicolare immagini, che rappresentino la realtà e celebrino tutti i tipi di pelle, mettendo in luce le diverse storie della pelle delle donne di tutto il mondo.”
Una tendenza quella della Skin Positivity che sembra non volersi arrestare. Che gli intenti delle aziende siano sempre genuini non possiamo saperlo, ma vogliamo conceder loro il beneficio del dubbio. L’importante è che il messaggio arrivi al target, chiaro e forte. Una certezza però c’è: di Skin e Body Positivity ne sentiremo parlare ancora tanto!